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Roma

...il Club Cuori Alfisti diventa ufficiale!

 

 

l'evento - il racconto - le immagini - il discorso

 

 

 


L'evento


 

L' 11 dicembre 2004 è stata una data storica nella vita del nostro Club: è stato il giorno in cui il Club Cuori Alfisti ha fatto la sua prima apparizione in veste ufficiale.
E non poteva esservi occasione migliore: un progetto nato dalla collaborazione tra il nostro Club e la Egea, la casa editrice dell'Università Bocconi di Milano. L'evento ha avuto come sfondo il Palazzo dei Congressi dell'EUR di Roma ed ha avuto ad oggetto la presentazione del volume "IL MITO ALFA" di Marco Vitale (economista d'impresa e consulente per l'alta direzione), Guido Corbetta (docente di Strategia e Politica Aziendale presso l'università Bocconi di Milano), Alberto Mazzuca (giornalista e scrittore, da sempre si occupa di questioni sociali): un volume che tratta la storia dell'Alfa sia dal punto di vista storico-produttivo che da quello economico-finanziario. Al nostro Club è stato chiesto di sedere al tavolo dei relatori e di illustrare soprattutto come nasce la passione per quel glorioso ed emozionante Marchio che da quasi un secolo luccica sui frontali delle nostre amate Bisce. 
L'iniziativa ha preso vita nel contesto della 3a Fiera nazionale della piccola e media editoria, "Più libri più liberi", tenutasi al Palazzo dei Congressi EUR di Roma dall'8 al 12 dicembre 2004. Ed è stata anche l'occasione per presentare il nuovo Statuto e la nuova struttura organizzativa e gestionale del Club Cuori Alfisti, perché ufficialità vuol dire anche darsi concretamente gli strumenti per affrontare sfide sempre nuove e appassionanti. E questo non può che tradursi in regole di gestione e di partecipazione completamente diverse e innovative. Senz'altro, ci sentiamo di poter dire di aver messo a punto - per il nuovo Club - una logica di funzionamento assolutamente innovativa, che ad oggi non trova riscontro in nessun altro club di Alfisti e, più in generale, di appassionati d'auto.

 

 

 


Il racconto


 

Sabato 11 dicembre 2004, Orte. C'è voluto tanto, ma proprio tanto, per poter essere lì. Sono alla guida della mia "biscia" quando d'avanti a miei occhi inizia a prendere forma quel piccolo trenino di Alfa che poco dopo si sarebbe allungato d'avanti al Palazzo dei Congressi dell'EUR. Mentre guido, non posso fare a meno di ricordare la tensione delle ultime ore... Per impedirci, a me e a Nadìr, di prendere parte all'evento è accaduto di tutto, persino il blocco stradale, ferroviario e navale collegato alla protesta dei Forestali calabresi! Sino a neanche 36 ore prima di quel momento eravamo ormai rassegnati a gettare la spugna: sullo Stretto non si traghettava e anche se fossimo riusciti a traghettare non saremmo comunque riusciti a risalire né l'autostrada né le statali, tutte fermamente piantonate dai "bellicosi" protestanti.  L'unica sarebbe stata raggiungere Roma in aereo, ma senza la nostra 146 non sarebbe certo stata la stessa cosa. 

Ma siccome chi combatte può essere sconfitto mentre chi si arrende ha già perso , decidiamo di battere l'unica strada possibile: aggirare l'ostacolo via mare! Pur giocando sul filo dei minuti e mandando a monte impegni su impegni, alla fine riusciamo ad anticipare la partenza di 12 ore (giovedi sera invece che venerdi mattina) imbarcando l'Alfa direttamente a Catania, destinazione Napoli. Pur di non perdere l'ultimo traghetto utile saremmo stati disposti a qualunque impresa... E, in effetti, riuscire ad acciuffarlo è stata una vera lotta contro l'implacabile orologio. Ma alla fine eccoci lì, con la nostra biscia comodamente stivata e noi stancamente affondati nei letti della nostra cabina: stanchi, distrutti, stressati... ma incredibilmente felici per quella lotta contro il tempo vittoriosamente conclusa.

L'arrivo all'EUR è stato di quelli che si ricordano. Dopo una nottata passata per buona parte a discutere e a mettere a punto gli ultimi dettagli insieme agli altri membri del Coordinamento presenti, era finalmente arrivato il momento di cogliere i frutti di due mesi di intenso lavoro preparatorio: trovare lì appassionati pronti a "sciropparsi" anche molte centinaia di chilometri e tutti animati da un entusiasmo incredibilmente contagioso è quanto di più gratificante possa esserci. Proprio per questo non finiremo mai di ringraziare, uno ad uno, tutti i partecipanti. 

Difficilmente, nella vita, tutto va esattamente come si era programmato. Capita sempre quell'imprevisto, anche piccolo e magari insignificante, che ti porta a dover variare in corsa i programmi. Beh... questa è stata allora la proverbiale eccezione che ha confermato la regola! Tutto perfetto, tutto come da progetto. Lo schieramento delle nostre "bambine" all'interno del piazzale (aperto in via del tutto eccezionale e interamente riservato al nostro Club) del Palazzo, la nostra partecipazione alla presentazione del libro, l'appassionato discorso di Bobby, il cocktail, la presentazione della nuova struttura di funzionamento del Club... Tutto impeccabile , ogni tessera al posto giusto del mosaico che avevamo progettato e sognato per due mesi.

Difficilmente, credo, qualcuno riuscirà mai a trasmettere con le proprie parole l'indescrivibile atmosfera che si respira durante i raduni: è una miscela esplosiva di passione e amicizia che è capace di rimetterti in pace col mondo, qualunque siano le difficoltà e i problemi che ognuno di noi deve sempre affrontare nella propria vita quotidiana. Personalmente, dopo ogni raduno avverto sempre la piacevolissima sensazione di aver ricaricato le batterie e sono subito assalito dall'irrefrenabile desiderio di partecipare ad un altro! Alcuni degli Alfisti presenti li conoscevo già benissimo, con altri avevamo potuto solo conoscerci telefonicamente e tramite il nostro forum di discussione, con altri non mi conoscevo ancora: ciò che più colpisce, durante i raduni, è l'incredibile rapidità con cui i partecipanti raggiungono la... "temperatura di regime" ! Si entra subito in sintonia e tutti hanno la sensazione di conoscersi da moltissimo tempo. Effetto raduno!  

Le ore volano sempre veloci, troppo veloci. E così passa la giornata, tra schieramenti, "trenini" alfisti sulle strade, pranzi, foto, discussioni tecniche miste a risate e barzellette ! Quando alla sera ci si lascia, si rimane sempre con un nodo alla gola che però passa presto pensando al raduno successivo...

Quando, domenica notte, ritornato a Catania, ho spento il motore della mia Alfuccia mi è sembrato quasi di avvertire una vocina provenire direttamente dal cuore del suo Twin Spark... Eh sì, perché se le nostre amatissime Alfa potessero parlare, ci sommergerebbero anche loro di un coro di grazie... Perché non v'è dubbio che ai raduni anche loro si divertono: non a caso, le nostre bisce non sono banali cumuli di acciaio, vetro e plastica come tutte le altre auto... Le nostre Bisce sono delle Alfa!!! E, come dice qualcuno nel nostro forum, ricordiamoci sempre che l'Alfa è un miracolo!!!  

ZENIT  

 

Le parole di Nadìr (dal nostro Forum, 13 dicembre 2004):

Un viaggio stupendo. Prima è stata divertentissima la giornata di giovedì: io e Zenit dovevamo partire il giorno dopo per raggiungere Bobby e Llengui, che sarebbe dovuto arrivare in Umbria anche lui in serata, solo che già dall'ora di pranzo di giovedì in tv si parlava di situazione critica, con la Sicilia ormai rimasta isolata a causa dei blocchi dei manifestanti. Eravamo rassegnati a non venire: avevamo fatto una marea di telefonate ai traghetti di Messina (che non partivano!). Poi l'ultima telefonata, a Bobby, con la voce soffocata, per comunicare che non c'era speranza. Ed è stato proprio Bobby a dare l'idea del traghetto Catania-Napoli. Siamo andati al porto a fare i biglietti e in quel momento (erano le 21.30), ci viene detto che la partenza sarebbe stata alle ore 24.00 (l'unica del giorno) mentre l'imbarco sarebbe stato entro le ore 22.00. In un attimo cala di nuovo la notte nei nostri visi, dato che eravamo lì con la Panda: la nostra 146 si trovava in un garage a 15 km da Catania. In più, Zenit non aveva nemmeno pronta la valigia! Eravamo nervosissimi! Un giro di telefonate alle nostre mamme (sante mamme!) che hanno loro preparato tutto e una corsa folle verso la 146.
Si parte!!!  

Nelle ore successive abbiamo poi scoperto che eravamo stati dati per dispersi... Il giorno dopo è stato bellissimo incontrarsi di nuovo con Bobby, la sua Morena e con Llengui. La sera del venerdi siamo andati a dormire abbastanza tardi e l'indomani sveglia alle 5.30 per trovarci alle 9.00 a Roma... Da Orte in poi abbiamo anche fatto un pezzo di strada con Bialbero e la sua luccicante Gtv.
Arrivati al palazzo dei congressi, ci era stato riservato (tutto per noi!) il piazzale antistante la scalinata: abbiamo così potuto sistemare lì - a semicerchio - tutte la nostre piccoline. La cosa bellissima è stato vedere come gli altri le guardavano! 

Prima di iniziare c'è stata anche una piccola esibizione, tra i piedi della gente, della piccola 156 telecomandata di Romeo.78... Davvero uno spettacolo agli occhi di tutti! Dopo un po' inizia la conferenza, mentre io e Llengui siamo rimasti nel piazzale a dare un occhio alle Alfa e a sistemare il materiale informativo preparato nei giorni precedenti.
Alla fine della conferenza, Zenit ha spiegato tutta la nuova struttura del Club e poi abbiamo fatto le solite bellissime foto di rito. Andando verso il ristorante, io e Zenit guardavamo dalla nostra 146 la fila di Alfa. Avevamo continuamente stampato un sorriso unico sulle nostre facce... Una sensazione indescrivibile! Abbiamo poi ricevuto le gentilissime telefonate di Oscarjus e Mark57 e poi - dopo il pranzo - ci siamo intrattenuti a parlare fino a tardo pomeriggio: come sempre, alla fine nessuno di noi voleva andare via: un pomeriggio che volevamo durasse 20 ore! Ed è qui che mi sono accorta che è sì l'Alfa Romeo che ci fa incontrare, però poi ci accorgiamo di come siamo simili anche discutendo di cose che vanno oltre la comune passione Alfista. La serata si è conclusa con le immancabili e fantastiche barzellette di Ciccio e Francesco155... A proposito, Llengui non ci ha mai risposto: come avrà fatto a salutarci alle 18.45 e a scrivere il suo primo messaggio post-raduno alle 20.39???
Ieri ci eravamo dati appuntamento in autostrada con Ciccio e Passionefraterna, per fare un pezzo di strada insieme... Li voglio ringraziare tantissimo, davvero due persone gentilissime e splendide! 

Io e Zenit siamo arrivati ieri sera all'1.30 di notte... Stanchi ma felici.
Un GRAZIE grandissimo a tutti! Mi ha fatto tanto piacere incontrare di nuovo coloro con cui già ci conoscevamo e conoscere i nuovi arrivati: bellissimo!!! Grazie!!!

 

Le parole di Ciccio (dal nostro Forum, 13 dicembre 2004):

Eccoci qui tornati ai nostri PC, unici strumenti per stare insieme dopo una giornata passata all'insegna dell'amicizia e della nostra comune grande passione... L'Alfa Romeo!
Dopo circa sei ore di piacevolissimo viaggio a bordo della mia 166, io e mio fratello Passionefraterna siamo arrivati all'uscita di Roma sud come indicatoci da Bobby prima di partire. Arrivati sul grande raccordo anulare e ammirando la bella entrata di Roma, abbiamo selezionato sul navigatore satellitare della 166 la nostra destinazione, cioè "Palazzo dei Congressi". Cominciamo a seguire le indicazioni della macchina e mi accorgo che qualcosa non quadra , dato che la destinazione calcolata ci portava a 33 km da quella posizione e che ci veniva detto di andare non verso Roma-Eur ma verso Firenze... Allora guardo la rotta sul video e noto che mio fratello aveva selezionato sì "Palazzo dei Congressi", ma quello di Firenze!!! Immediata inversione di rotta: abbiamo selezionato "via dei Caduti del lavoro" e come per magia - senza problemi - siamo arrivati ad un incrocio dove un cartello indicava di girare a destra per il Palazzo dei Congressi. A destinazione.

Una bella accelerata e posteggio a fianco di una fiammante Gtv 2.0 V6 TB con due Alfisti al seguito. Appena sceso, riconosco subito Romeo(punto)78 e Deco77. Per un po', essendo i primi arrivati, abbiamo ammirato le nostre belve per poi andare a prendere un caffè al bar di fronte. Usciti dal bar ancora nessuno in vista, ma ecco che in lontananza si sente un rombo in accelerazione: una 145 sportivissima e super lucida si parcheggia di fianco alla mia 166..... era Buzzu81! Subito iniziamo tutti a scherzare, proprio come se ci conoscessimo da anni. Squilla il mio cellulare: è Francesco155 (il solito ritardatario! )  che mi chiede come arrivare... Alla meno peggio cerco di farmi capire ed ecco che dopo appena 5 minuti spunta una 156 con cerci da 56 pollici... Francesco155 e il fratello Nestor147 (persona stupenda!)... E lì gli abbracci come i veri amici sanno fare. Tutti insieme, ci siamo uniti nell'ammirare le Alfa disponibili al momento. Pochi istanti dopo spunta una 164 grigio argento che mi fa girare la testa per la sua bellezza : è il mitico Titos, mentre la mia telecamera immortala tutto... Davvero un bel momento. Le risate e i commenti tecnici si alternano e a quel punto chiamo al cellulare il grande Ale79m, mio affezionatissimo amico, che per motivi di salute (febbre alta) e tecnici (frizione bruciata sulla sua 164 Q4) non è potuto essere lì con noi per questo grande evento del Club Cuori Alfisti. 
Restiamo quindi sul marciapiede con le nostre Alfa disposte a spina di pesce; mentre le ammiriamo, iniziamo a chiederci dove fosse il nostro presidente... Neanche finiamo di dirlo che ecco spuntare un'Alfetta rosso fuoco seguita da una indescrivibilmente bella 156 Sportwagon GTA - rispettivamete guidate da Bobby con signora e pargoletti e da Llengui - e, subito al seguito, la 146 blu metallizzato con Zenit e Nadìr e la 155 nera sempre di Bobby (guidata dal padre). Felici per l'arrivo degli "esponenti di spicco" del Club, iniziamo anche noi a parcheggiare le nostre piccole nel posteggio a noi riservato fino a formare il semicerchio di Alfa... Tutte lì, dalla più giovane alla più anziana, formando una coreografia che attira subito la curiosità di molta gente.
Ma un'altra grande attrazione sarebbe arrivata da lì a poco, la nostra "mascotte" (così soprannominata da Zenit: la piccola 156 GTA con motore a scoppio monocilindrico pilotata da Romeo.78... Un bellissimo automodello in scala della prestigiosa Alfa, telecomandato, che con scatti e testacoda diverte immediatamente tutti i presenti. 

A questo punto la squadra di Alfisti è completata dall'arrivo dei simpaticissimi Bialbero e Riccardo, nonché anche del mio compaesano calabrese Dominiusped. Tra i grandi protagonisti della giornata, l'inimitabile SportwagonFlag, una persona davvero eccezionale, di una simpatia unica. 

Ma il dovere ci chiama: Zenit ci invita a entrare nel Palazzo dei Congressi per assistere alla presentazione del libro IL MITO ALFA direttamente dai loro autori e con la partecipazione al tavolo del nostro rappresentante Bobby. Usciti dalla sala e ammirate anche un po' di signorine molto carine (Oh...io non ho scritto niente!!! ) ci siamo rinfrescati con un buon aperitivo e con qualche stuzzichino, parlando anche delle varie "avventure" capitateci nel forum. 

Ormai è l'ora della presentazione in veste ufficiale del nostro Club: tutti dietro le nostre alfucce, nel piazzale, ad ascoltare attentamente il nostro presidente che ci illustra le nuove "regole" e i miglioramenti del Club, illustrazione seguita dai nostri commenti e dalle nostre domande.
Arriva l'ora di pranzo: dopo le foto e qualche ripresa ci si incammina in colonna per le strade di Roma - ammirati dai passanti - verso i castelli romani, dove ci aspetta il nostro ristorante. Dopo un bel po' di cammino, seguendo la rombante 33 di SportwagonFlag, arriviamo a destinazione, dopo essere riusciti a superare il traffico cittadino e anche qualche "tamponamento" da me subito da parte di Riccardo che ha fatto 15 centesimi di danni al mio amato portatarga posteriore... Ancora siamo in causa per il risarcimento danni!!! Non ricordo bene l'orario, ma una volta arrivati la "mangiatoia" è già pronta: abbiamo preso posto e a quel punto il divertimento è stato assoluto, un piacere che non vedo l'ora di rivivere! Tra le risate, i commenti e i discorsi seri, il pranzo si consuma... Inesauribile Francesco155, che mangia anche tutto ciò che gli altri non riescono a buttar giù... Le risate devono essersi sentite per tutta Roma nel momento in cui abbiamo iniziato a scherzare sulle battute dei film di Diego Abbattantuono........... Indimenticabile!!!
Usciti dal ristorante, ritroviamo le nostre Alfa parcheggiate una di fianco all'altra nel parcheggio di fronte... E lì restiamo a discutere per un paio d'ore, divertendoci tantissimo, raccontando barzellette e guardando le nostre amate Alfa. Ma il divertimento - vi assicuro - non si può quantificare con le parole...

Ormai sappiamo che da lì a poco ci dovremo salutare, ma si continua a scherzare ancora un po'... Finché i primi partecipanti cominciano a tornare a casa : il primo è Bialbero (che vi assicuro non vedo l'ora di rivedere... simpaticissimo!!!!). Poi pian piano tutti gli altri. Ormai buio, noi tutti ci salutiamo, ci abbracciamo e in corteo, io per primo (per via del navigatore) ci riportiamo sul grande raccordo anulare per poi prendere la via di casa. Una strombazzata collettiva propostami da Llengui (non ci sono parole per commentare la sua piacevolissima presenza!)... E allora via, in cammino, suonando per strada con le nostre Alfa che di nuovo vengono ammirate.
L'indomani, io, mio fratello, Zenit e Nadìr ci diamo appuntamento in autostrada per fare insieme un bel pezzo del viaggio di ritorno. Ci siamo incontrati all'autogrill dell'angioino e da lì abbiamo proseguito insieme il viaggio.
Beh... il viaggio di ritorno è stato magnifico, accompagnato da due persone speciali (Zenit e Nadìr) cui mi sono legato in maniera particolare per la grande intesa e per tutto quanto... Vi assicuro che persone come loro ce ne stanno poche. Quasi per stare il più possibile insieme, ci siamo fermati spesso nelle aree di sosta. Abbiamo parlato a lungo. Ragazzi, siamo vegliati da persone speciali, affezionatevi sempre di più a questo Club, perché porta solo cose belle.

Il tutto si è concluso con il messaggio sul mio telefonino da parte di Nadìr che a notte fonda mi avvertiva del loro tranquillo arrivo a Catania.
Io vi ringrazio tutti, tutti, tutti!

 

Le parole di Buzzu81 (dal nostro Forum, 13 dicembre 2004):

Finalmente riesco a dare il mio contributo!!!!!!
Il viaggio di ritorno è stato tranquillo, tranne la solita coda in tangenziale a pochi km dalla meta. Sono tali e tante le cose che vorrei dire che non so da quali cominciare. Tanta confusione è dettata dalla moltitudine di emozioni che si sono succedute dal momento del mio ingresso in questo club (per me unico nel suo genere) e che sono culminate con la giornata di sabato. Innanzitutto, mi sembra doveroso rivolgere un ringraziamento particolare agli organizzatori di questa splendida giornata romana. Da Zenit a Nadir, da Bobby a Llengui (a proposito Llengui: complimenti per la media oraria tenuta nel viaggio di ritorno....!!!). Penso di parlare a nome di tutte le persone presenti sabato.
Fino a qualche mese fa vivevo la mia sconfinata passione per l'alfa "in solitudine" , bonariamente preso in giro da amici e parenti che non capiscono la mia "fissazione", che non capiscono cosa mi possa spingere a curare in maniera cosi maniacale la mia Alfa. Poi, quasi per caso, ho scoperto il vostro (il nostro) club: il suo nome (il nostro nome) l'ho scoperto su una rivista di tuning e mi ha colpito. Ho fatto il primo clic e mi si è aperto un nuovo orizzonte!!!!! Finalmente ho scoperto qualcuno con cui condividere il mio virus!!!! Ci sono tanti aspetti che mi fanno apprezzare questo club: vengono trattati argomenti tecnici e argomenti più leggeri, si apprezzano le indimenticabili Alfa di ieri e le moderne Alfa di oggi. Ci sono alfisti di tutte le età (P.S.: Butterfly, 6 mitica! ). 
Poi, conoscervi di persona è stato fantastico! Si rideva e si scherzava come se ci si conoscesse da una vita. Non potevo immaginare nulla di simile. Vedere poi le nostre macchine schierate sul piazzale del Palazzo dei Congressi è stato bellissimo, un emozione unica. E pensare che mancavano alcuni di noi...

 

 

 


Le immagini


 

 

 

 


Il discorso


 

Ecco il testo del simpaticissimo discorso tenuto dal nostro Roberto (Bobby) nell'occasione della presentazione del libro "IL MITO ALFA". Certo, per coglierne al 100% lo spirito sarebbe necessario ascoltarlo dal vivo, ma diciamo che anche così rende bene l'idea...

 

Come nasce il mito e la passione?
La macchina della famiglia che vince le corse
L’Alfa disegnata dal vento
Quando incontro un’Alfa Romeo mi tolgo sempre il cappello

 

Come nasce la passione? Non è certamente una cosa semplice da capire e tanto meno da spiegare. Cosa spinge un individuo razionale a fare scelte irrazionali ed a volte non condivisibili in nome di una passione? Scherzando amichevolmente tra noi amici del club abbiamo sempre parlato della passione per il marchio Alfa come di una specie di virus altamente contagioso per il quale il nostro organismo non riesce a sviluppare anticorpi sufficientemente efficaci. E la difficoltà nel combatterlo risiede principalmente nella estrema difficoltà di capire che si è già ad uno stadio molto avanzato di infezione. Ci sono alfisti che ancora non hanno preso completamente conoscenza di questo loro particolare stato di salute e si illudono di poter ancora scegliere in modo autonomo una vettura rispetto ad un’altra. Ma sbagliano. La definitiva presa di coscienza avviene di solito al momento di cambiare la macchina per sopraggiunti limiti di età di quest’ultima. E così per dimostrare a se stessi ed ai propri familiari che non si hanno paraocchi si inizia una ampia carrellata di tutti i marchi attualmente in commercio. Però ahimè nessuna delle macchine papabili riesce a convincerlo fino in fondo. La posizione del volante, la visibilità alla guida, il pomello dell’autoradio, la lucina antipozzanghera, l’aletta parasole che non piace. A questo punto, di solito, dopo settimane intere di girovagare senza aver scovato nulla che fa al proprio caso, aver accumulato centinaia di chilometri di giri di prova, l’infettato dal virus si reca da una concessionaria Alfa Romeo per uscirne dopo un paio d’ore col contratto firmato in tasca ed un sorriso a trentadue denti! Credo che questo iter per noi di CuoriAlfisti sia abbastanza familiare. Poi, una volta preso coscienza che con l’Alfismo si può anche convivere, il neo Alfista cesserà qualsiasi interesse per qualsiasi mezzo a quattro ruote che non presenti il caratteristico scudo nella parte anteriore, anzi in qualche caso all’indifferenza subentrerà l’odio. Smetterà di leggere dai giornali specializzati tutto quello che non riguarda l’Alfa, cercherà di capire perché è rimasto così stregato da quello scudo, e scoprirà tutto quello che c’è dietro a quello scudo, e cioè il mito. E così scopre che ogni evento della storia sportiva e tecnica dell’Alfa Romeo non ha fatto altro che scavare un solco sempre più marcato tra lei e le sue concorrenti, relegate a ruoli sempre più marginali. Come non ricordare la mitica Alfetta 158/159 prima vettura a vincere il Mondiale di F1, e ritiratasi dalle competizioni ancora da campione del mondo. L’Alfetta 158/159 uscì di scena quando ancora il pubblico batteva le mani. Era il 1951 e Fangio aveva già festeggiato il titolo di campione del Mondo vincendo il Gran Premio di Spagna. Nel primo campionato mondiale di F1 le Alfetta avevano addirittura vinto tutte le gare in calendario ad eccezione di Indianapolis, ma solo perché a quella gara non parteciparono i team europei! E siccome spesso i miti nascono nei bar o nelle accese discussioni tra amici, diciamo che l’Alfa in questo campo la faceva da padrona! Come non ricordare poi la 33 TT3 che gareggiò e vinse agli inizi degli anni ’70. Una vettura da corsa che fu poi letteralmente trasformata in una coupe stradale, equipaggiata con quello stesso motore che sarà poi la base per lo sviluppo delle future vetture di F1 dell’Alfa Romeo prima e della Brabham Alfa poi. L’utente Alfa in quegli anni quindi, sapeva che la vettura che poteva acquistare in un autosalone era simile a quella che veniva usata nelle piste per correre, ed ovviamente l’Alfa cavalcava questo stereotipo della vettura tutta muscoli e motore, all’occorrenza messa a guinzaglio per la vita di tutti i giorni; questo lo si può notare anche dalla stessa trovata pubblicitaria per lanciare la famosa 1900, “l’auto per la famiglia che vince le corse”. Per non parlare poi delle molte Giulia Gt e Gta che dominarono letteralmente i tanti campionati turismo. Nel mio caso sono salito per la prima volta su un’Alfa Romeo che avevo pochi anni di vita; era una Giulietta del 1957 di un mio parente, bellissima, e da quel momento non ne sono più sceso. Da bambino completamente digiuno di questioni tecniche mi innamorai soprattutto del rumore che usciva dal motore. Non esisteva niente di simile in giro; e mi piaceva talmente tanto che riconoscevo immediatamente senza esitazioni qualsiasi Alfa che si trovasse nei paraggi. Un rumore cupo, pieno, un pò rauco ai bassi regimi, ma che era pronto a salire di tono rapidamente, fino a diventare un urlo potente. E ripensandoci a distanza di anni devo confessare che ho passato molte ore e bruciato molta benzina seduto in macchina col motore acceso a sfrollare per sentirne la musica.
Ed è ovvio che ad un rumore così cupo e pieno corrispondevano prestazioni elevate, la cavalleria insomma; infatti l’Alfa Romeo non è mai stata una macchina per tutti e quindi chi ne guidava una doveva essere un po’ speciale anche lui. Del resto le Alfa erano le macchine usate da polizia e carabinieri che le usavano per inseguire i criminali, quindi dovevano essere potentissime e velocissime. D’altro lato erano anche le macchine preferite dai malviventi, perché da polizia e carabinieri dovevano pur scappare! Così qualche mese fa una persona mi confidò che da giovane aveva un’Alfa, non si ricordava il modello, ricordava solo che era velocissima, la più veloce al momento. Quando gli chiesi che fine avesse fatto quell’Alfa così straordinaria, lui a bassa voce mi confidò che gli era stata sequestrata dalla finanza perché lo avevano sorpreso col bagagliaio pieno di sigarette di contrabbando!! Anche per questo, oltre che per le continue vittorie in pista l’Alfa era la macchina sportiva per eccellenza e poi non dobbiamo certo dimenticare che la mitica Ferrari è nata da una costola dell’Alfa Romeo. Credo che anche da questa convinzione nasca quel pizzico di spavalderia che contraddistingue noi Alfisti; certo con la patente a punti ci hanno leggermente tarpato le ali ma quella condizione da sfida perenne credo che sia un’altra cosa scritta nel nostro Dna. E sì, di cose strane scritte nel Dna un Alfista ne ha molte. A cominciare dall’amore per la propria Alfa e dalle cure che quotidianamente gli dispensa, tanto da far sovente ingelosire mogli o fidanzate ufficiali. E’ infatti di qualche mese fa la notizia che una fidanzata abbia volutamente sfregiato con un chiodo alcune Alfa parcheggiate nella via di casa sua, esasperata dalle continue attenzioni che il suo ragazzo prestava alla sua macchina, molte di più rispetto a quelle che toccavano a lei. E senza andare troppo lontano, ricordo che qualcuno, presente in questa sala, arrivò a far scendere dalla macchina la sua ragazza per non rischiare di rovinare le sospensioni su un avvallamento del terreno. O ancora a quel signore che discusse con due passanti rei di aver sfiorato la vernice della sua Alfa, avendo lasciato così due leggere tracce di polvere sulla lucente carrozzeria. Tutto vero eh? E della ricerca del parcheggio vogliamo parlarne? Qui non va bene perché lo spazio è troppo stretto e mi danno le sportellate, di qua no perché c’è il sole e a lungo andare mi può rovinare il cruscotto. Qui neanche a parlarne, perché la resina poi mi macchia la vernice! Ho saputo di un Alfista che una volta voleva venire ad un raduno senza Alfa, con una 600, perché aveva paura che si potesse rovinare nella confusione con altre macchine!! Un altro la notte prima di un raduno sapendo la sua macchina fuori al freddo ebbe un incubo e pensando che la stessero per rubare scambiò la fidanzata che gli dormiva accanto per il ladro e le mollò un pugno ben assestato. A dire il vero furono in due quella notte a fare lo stesso sogno con la medesima reazione! Povere fidanzate!!! Qualche sera fa un signore in una email mi chiedeva quale fosse la più potente tra Alfa, Fiat Abarth e Lancia e se la supremazia della sua Alfa 2000 fosse dovuta soltanto al motore. Io non credo che il tutto sia un discorso riconducibile ad un freddo calcolo di cavalli ma è tutto l’insieme a creare la differenza. Il modo come si affronta una curva, le reazioni della macchina, lo stile di guida che la macchina ti permette, sono tutti aspetti che secondo me hanno contribuito a creare questa passione nella mente di molti automobilisti. E questo filo invisibile, molto sottile, lo puoi ritrovare nelle Alfa mano a mano che gli anni passano. Così mettersi al volante di una moderna 156, richiama molto le sensazioni che si avevano quando da giovani ci si sedeva su una 1750, dandoti così una impressione di feeling che non si è mai persa. Certo col passare degli anni molte cose sono cambiate a cominciare proprio da quel rombo che non c’è più. Ha lasciato spazio a tutt’altro. I motori a gasolio sono diventati un segmento molto importante nella produzione Alfa Romeo. Molto spesso ci si chiede, anche nel nostro club, come può essere ancora considerata sportiva una macchina con motore diesel, che non ha più quel rombo cupo e quell’urlo quando si va a tavoletta. Insomma le Alfa di oggi sono profondamente diverse da quelle di ieri; da quelle che quel mito hanno contribuito a crearlo, e che rappresentavano i nemici giurati dei lancisti di allora; lancisti che alla guida delle loro Fulvia provavano sempre a stare davanti alle nostre Gt ma con scarsi risultati! Forse è vero non c’è più quella visione romantica dell’Alfa; ora le macchine sono tutte iper super tecnologiche, controllate da centraline elettroniche. Gli scarichi ed il relativo rumore sono imbavagliati da severe norme anti inquinamento ed inoltre non è più il tempo di guidare macchine da 5/6 km/litro. Ma il bambino che oggi, a distanza di trent’anni, digiuno di tecnica, sale su un’Alfa Romeo, da che cosa viene colpito? E visto che c’è sempre uno zio Alfista che ti trasmette la passione, o meglio il virus, ho indagato un po’ per sentire se il mio nipotino di quattro anni abbia una sua idea al riguardo quando viaggia con la 156 della società che io e suo padre (mio fratello) dividiamo per motivi lavorativi. Beh non ci crederete mai, ma anche su una vettura a gasolio, la cosa che più lo ha colpito è il rumore del motore; ed in particolare il sibilo della turbina. Lui dice che gli piace andare con la macchina che fischia!!! Questa proprio non ve la aspettavate eh? Il segno è quindi inequivocabile; anche le Alfa di oggi, anche se con motore a gasolio, riescono a lasciare il segno ed a continuare la tradizione delle loro nonne. Segno che in fondo tutte le vicessitudini recenti o passate non hanno intaccato quello che questo marchio riesce a trasmettere; amore e passione, e probabilmente riesce ancora a contagiarti con quel virus di cui parlavamo prima!

 

 

(Tratto dall'inserto "In libreria" del quotidiano La Repubblica)

 

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