M y   C A r S  

  P a n d a   1 . 3   M u l t i j e t   1 6 v   E m o t i o n

 

 

MOTORE. diesel, 4 cilindri in linea, 1248 cc, 70 cv, alesaggio 69.60 mm, corsa 82 mm, turbo + intercooler, alimentazione ad iniezione elettronica Magneti Marelli MJD 6JF Common Rail Multijet, 4 iniettori, 16 valvole in testa, punterie idrauliche, doppio albero a camme in testa. 

TRASMISSIONE. cambio manuale a 5 rapporti sincronizzati (+ retromarcia), frizione monodisco a secco a comando meccanico, trazione anteriore. 

FRENI. anteriori a disco (dischi autoventilanti) e posteriori a tamburo, doppio circuito frenante idraulico, servofreno, sistema frenante antibloccaggio (ABS) a 4 canali e 4 sensori integrante anche la funzione di ripartizione elettronica di frenata tra avantreno e retrotreno (EBD).

AUTOTELAIO. avantreno a ruote indipendenti tipo MacPherson con bracci oscillanti inferiori trasversali ancorati ad una traversa ausiliaria, ammortizzatori idraulici telescopici, molle elicoidali, barra stabilizzatrice antirollio collegata agli ammortizzatori; retrotreno a ruote interconnesse, ponte torcente, due bracci tubolari, ammortizzatori idraulici telescopici, molle elicoidali.

 

DOTAZIONI PRINCIPALI: 

  • Scarico terminale Ragazzon 100% inox 

  • Cerchi di lega leggera Threeface mod. TF16 6Jx14", pneumatici 165/65

  • Distanziali anteriori e posteriori da 16 mm

  • Servosterzo elettrico Dualdrive (Normal + City)

  • Climatizzatore automatico

  • Specchi esterni elettrici termici

  • Alzacristalli anteriori elettrici

  • Interruttore inerziale anti-incendio FPS (Fire Prevention System)

  • Airbag frontali

  • ABS a 4 canali e 4 sensori + EBD

  • Autoradio CD Blaupunkt integrata + 4 woofer + 2 tweeter

 

 

Perché l'ho comprata. 

La Panda l'ho acquistata nel settembre 2004, essenzialmente perché mi piaceva molto sia esternamente che internamente e poi anche perché ero alla ricerca di un piccolo diesel di moderna concezione, dai consumi davvero bassi, ma allo stesso tempo capace di regalare una gran buona dose di brio sia nella marcia cittadina che (soprattutto) in quella sui percorsi extraurbani. In concessionaria ero andato con l'intenzione di ordinare una 1.3 Multijet 16v in allestimento Dynamic, che era l'allestimento medio-alto della gamma Panda, a metà strada tra le più povere Active e Actual e la più ricca Emotion. Ma poi, visti i piuttosto lunghi tempi di attesa per la consegna, mi venne proposta una 1.3 Multijet 16v nell'allestimento più ricco, che era in pronta consegna e quindi era immediatamente disponibile. E' stato così che ho fatto la conoscenza della mia piccola Panda 1.3 Multijet 16v Emotion, colore Blu Cocktail. Sin da subito, è stata chiamata a macinare chilometri in giro per tutta Italia, sino ad arrivare agli attuali 220.000 km percorsi nei suoi primi 5 anni di vita, per un buon 80% su autostrade e strade statali. Dall'inizio del 2010, la mia Panda si riposa in garage, visto che il suo gravoso lavoro viene svolto oggi da un'altra auto. Prima o poi, però, la richiamerò sicuramente in servizio per qualche altro viaggio (anche all'estero e, questa volta, solo per turismo).

 

Gli interni.

Ciò che, ieri come oggi, per prima cosa mi affascina ogni volta che mi metto alla guida di questa auto è la personalissima conformazione della consolle centrale: la bella autoradio piazzata in alto e ben in vista, le bocchette della climatizzazione rotonde e praticissime, i comandi digitali del clima ben studiati e assai gradevoli anche alla vista, la leva del cambio corta come un joystik ed esteticamente ben integrata con tutto il resto... Sono tutti elementi capaci di donare alla plancia uno stile di tipo aeronautico che, grazie alla efficace illuminazione di strumenti e comandi, diventa ancora più piacevole agli occhi durante la guida notturna. Tra l'altro, si tratta di una conformazione che unisce l'utile al dilettevole, perché è sì bella da guardare, ma è anche estremamente pratica da usare: tutti i comandi che cerchi, li trovi sempre lì dove ti aspetti di trovarli e con una logica di funzionamento massimamente intuitiva. Sulla plancia e sui pannelli porta non sono presenti trattamenti soft-touch, ma tutto sommato non è un peccato mortale su una "segmento A". Comunque sia, gli interni si sono sempre dimostrati all'altezza della situazione: gradevoli al tatto, molto robusti e ben assemblati. Nonostante i 220.000 km percorsi, essi non mostrano alcun segno di usura, sia all'occhio che all'orecchio: tutte le superfici sono ancora assolutamente pari al nuovo e tutti gli interni sono completamente privi di vibrazioni e cigolii. La sola piccola vibrazione (ma è davvero molto leggera) proviene dalla ghiera che comanda l'accensione delle luci, collocata sul braccio sinistro del devioluci: la si percepisce solo in posizione di luci spente. L'unico appunto che senza dubbio si può fare è alla tappezzeria: sempre gradevolissima nei colori e al tatto e perfettamente resistente all'usura, ha però l'unico difetto di macchiarsi molto facilmente, anche al semplice contatto con l'acqua. Di fatto, è quasi impossibile mantenere la selleria senza alcun alone e tocca spesso smacchiarla con prodotti specifici per questo tipo di pulizia: operazione, comunque, piuttosto semplice e di provata efficacia. Al di là di questo, va tutto benissimo: volante, plancia, pomello del cambio, pannelli porta, moquette e la stessa tappezzeria sono assolutamente integri e del tutto privi di abrasioni o consunzioni che possano farli apparire vissuti. Nel corso degli anni e dei chilometri, poi, ho avuto modo di provare sulla mia pelle la buona dose di versatilità degli interni di questa piccola auto. Compatibilmente con i suoi 158 cm di larghezza, devo dire che non ho mai viaggiato scomodo. Ovviamente, non è certo una grossa monovolume. Tuttavia, pur essendo io alto 1 metro e 90 cm, ho sempre trovato una posizione di guida corretta e comoda, e anche la larghezza e la profilatura dei sedili (di cui quello guida regolabile in altezza) ha sempre soddisfatto in pieno me e i miei passeggeri. Insomma, nulla da rimproverare in termini di comodità e nessun appunto neanche in termini di praticità d'uso: la forma regolarissima di pianale e scocca rendono la piccola Panda un'auto incredibilmente sfruttabile e vivibile, sicuramente molto più di quanto le sue dimensioni esterne potrebbero far immaginare. All'epoca del suo arrivo sul mercato, la Fiat sottolineava questa sua qualità mostrando, in un simpatico spot, la possibilità di caricare anche una lavatrice: ebbene, mai uno spot fu più azzeccato! Abbattendo lo schienale del divanetto posteriore, è possibile stivare in auto davvero di tutto (lavatrice compresa): il profilo alto e squadrato della bocca di carico e la forma regolare del bagagliaio e dell'abitacolo non smettono mai di stupire e molto presto ci accorge di come questa Panda consenta di caricare anche oggetti il cui trasporto risulta impossibile pure con auto di dimensioni notevolmente più importanti. Naturalmente, viaggiando con a bordo quattro o cinque persone, lo spazio a disposizione per trasportare bagagli si ridimensiona; tuttavia, il bagagliaio (dotato di portellone con apertura elettrica integrata nel maniglione esterno) mantiene intatte le sue qualità di regolarità e sfruttabilità, dimostrandosi pur sempre in grado di soddisfare al meglio le normali esigenze del vivere quotidiano. Ma la versatilità di impiego non si manifesta solo al momento di trasportare merci e bagagli: essa è proprio marcata a fuoco nel DNA della Panda e la si apprezza pressoché di continuo, nella vita di tutti i giorni, anche grazie alla distribuzione intelligente dei vani portaoggetti, alla profondità e regolarità del cassetto alloggiato dinanzi al passeggero, al capiente e utile vano segreto a cui si accede ribaltando il piano di seduta del passeggero anteriore, alla estrema praticità del meccanismo di blocco/sblocco dello schienale del divanetto posteriore, al notevole angolo di apertura di tutte e cinque le porte e all'altezza da terra che consentono di salire e scendere sempre con grande comodità (fatto tutt'altro che scontato su auto di queste dimensioni). Molto efficiente anche l'impianto di climatizzazione: è di tipo automatico (e dunque gestisce autonomamente la temperatura, la direzione e l'intensità dei flussi d'aria) ed è caratterizzato da un'eccellente portata che si è sempre dimostrata più che adeguata al volume dell'abitacolo. Insomma, anche nelle giornate più torride, è sempre in grado di raggiungere rapidamente e mantenere stabile la temperatura impostata. Bella da vedere e anche molto funzionale è l'autoradio Blaupunkt con lettore CD, integrata nella consolle e molto generosa sia in termini di qualità del suono (immesso nell'abitacolo da quattro woofer e da due tweeter) sia in termini di funzioni settàbili, tra cui anche l'adattamento automatico del volume al rumore ambientale e la possibilità di scegliere tra l'automatico spegnimento dell'autoradio al momento dello spegnimento del motore e l'automatico spegnimento dopo che - in assenza di operazioni compiute sull'autoradio stessa - siano trascorsi 20 minuti dallo spegnimento del motore. Da parte sua, il cruscotto degli strumenti replica (all'interno del display del trip computer) le informazioni relative alla traccia riprodotta o alla stazione su cui si è sintonizzati. E, parlando del cruscotto degli strumenti, non si può che apprezzarlo: grafica di chiarezza eccellente, luminosità regolabile su una scala molto ampia, completezza quanto a informazioni fornite. Oltre a tachimetro, contagiri, indicatore del livello del carburante e indicatore della temperatura del fluido di raffreddamento, è corredato da una batteria di spie molto completa e da un trip computer di buon livello, consultabile e azzerabile attraverso un comodo pulsante posto sull'estremità del braccio destro del devioluci. Nell'allestimento Emotion, il trip computer può monitorare contemporaneamente i dati di due differenti itinerari (azzerabili anche separatamente), può essere ampiamente regolato in termini di sistemi di calcolo e unità di misura impiegati e può dare la segnalazione grafica e sonora (con volume regolabile su sette differenti livelli) di una serie di allarmi piuttosto articolata, tra i quali ricordo il superamento di un limite di velocità pre-impostato dal guidatore, l'inizio della riserva di carburante e il successivo raggiungimento della soglia critica di autonomia limitata, l'apertura e l'errata chiusura di una delle cinque porte o del coperchio del vano motore, l'azionamento del freno a mano, il raggiungimento di una scadenza (chilometrica e/o temporale) del piano di manutenzione programmata, l'intervento di un qualunque fattore critico durante la marcia (pericolo di ghiaccio sull'asfalto, temperatura alta del motore, pressione bassa dell'olio, avaria ad una o più luci esterne, malfunzionamento dei freni, disattivazione o avarie degli airbag, ecc.). Oltre a ciò, fornisce naturalmente anche dati semplici come data, ora e temperatura esterna e gestisce il funzionamento del sistema Follow Me Home (letteralmente: seguimi fino a casa) che consente di programmare a piacere il momento dello spegnimento automatico degli anabbaglianti dopo il parcheggio dell'auto (funzione utilissima quando si parcheggia in luoghi molto bui). In definitiva, questa Panda è una piccola auto complessivamente ben equipaggiata e capace di non stancare i suoi passeggeri neanche dopo un trasferimento autostradale assai lungo.

 

Alla guida. 

Trattandosi di una Emotion, la mia Panda è stata equipaggiata sin dall'origine con pneumatici 165/65 montati su cerchi da 5,5Jx14". Successivamente, ho sostituito i cerchi in lega originali con altri cerchi sempre da 14" (che è il massimo diametro omologato: i cerchi da 15" erano prerogativa esclusiva della Panda 100Hp e della Panda Cross!) ma caratterizzati da un canale leggermente più largo: 6J anziché 5,5J. Non si tratta, ovviamente, di un'auto concepita per strappare tempi record su questo o quel circuito: la sua dote principale resta sempre la versatilità d'impiego. Perfettamente a suo agio in città, consente di viaggiare benissimo anche sulle lunghe distanze: mi rendo conto che la comodità è sempre un concetto soggettivo, ma mentirei a me stesso se dicessi che in 220.000 km ho sofferto anche una sola volta. Al contrario, anche dopo le molto frequenti trasferte di 1200-1300 km che io e la macchina abbiamo fatto, io (e, devo dire, anche lei!) sono sempre arrivato a destinazione senza troppa stanchezza in corpo. Il piccolo Multijet (che, nella mia versione Euro4 priva di filtro antiparticolato, eroga 69 cv a 4000 giri/min e 180 Nm di coppia massima a 1750 giri/min, con pressione di iniezione modulabile da 150 a 1400 bar) fa davvero un ottimo lavoro. Si tratta della primissima versione di 1.3 Multijet: è un piccolo quattro cilindri da 1248 cc - interamente in alluminio, dotato di distribuzione a catena, con doppio albero a cammes in testa, 16 valvole e punterie idrauliche - che appartiene alla classe dei turbodiesel common rail, con iniezione diretta senza precamera e sovralimentazione tramite turbocompressore con waste-gate e scambiatore di calore aria-aria (intercooler). In questa versione, l'impianto di iniezione (un Magneti Marelli MJD 6JF Common Rail) è caratterizzato dalla capacità di gestire (a seconda del regime di rotazione e del carico motore) iniezioni multiple fino ad un massimo di tre. Ieri come oggi, un motore davvero eccellente sotto tutti i punti di vista: efficienza, prestazioni, consumi, regolarità di funzionamento, affidabilità. A voler cercare il pelo nell'uovo, si può dire che meriterebbe di essere solo insonorizzato un po' meglio: finché ci si mantiene entro i 140 km/h tachimetrici (cioè 130 km/h reali), i decibel restano più che accettabili; oltre tale soglia (se proprio si tiene a violare il codice delle strada, la macchina in pianura allunga senza problemi sino ai 169-170 km/h reali, rilevati col GPS), il motore fa sentire con relativa forza la sua voce, facendosi anche accompagnare da una certa dose di rumori aerodinamici. Comunque, assolutamente nulla di insopportabile. Una certa "rombosità" la si avverte, poi, anche a freddo e nelle accelerazioni molto vivaci. Al di là di questo, però, nulla da dire: pronto e brillante sempre. Anche alla voce consumi, nulla da rimproverare: con una guida attenta (ma mai sacrificata!) sono riuscito molto spesso a percorre anche 730 km da una situazione di serbatoio tutto pieno fino al momento dell'accensione della spia della riserva: dunque, 730 km con circa 30 litri di gasolio). Ma anche guidando molto allegramente, non mi è mai riuscito di scendere sotto i 19 km/l. Passando a parlare della trasmissione, il cambio (con i suoi rapporti ottimamente scalati) e la frizione sono nel complesso molto ben accoppiati, ma può capitare qualche volta di trovare gli innesti della seconda e della terza marcia lievemente contrastati: comunque, mai nulla di drammatico. E, tra l'altro, si tratta di un inconveniente quasi sempre risolvibile con la semplice registrazione della corsa della frizione (attraverso una ghiera che si trova in basso nel vano motore, subito dietro i radiatori). Il volante, almeno nel caso di una Multijet con pneumatici 165/65 su cerchi da 14", dimostra sempre una prontezza e una precisione più che adeguate alle prestazioni dell'auto ed è dotato di buone doti di progressività anche nella guida autostradale. Intendiamoci: resta essenzialmente uno sterzo di impostazione turistica, ma garantisce sempre una marcia sicura e riposante. Sempre a proposito di sterzo, è da ricordare la presenza della servoassistenza elettrica Dualdrive, tarabile su due diversi livelli di assistenza: in modalità City (ideale nella marcia cittadina a bassa velocità e in fase di parcheggio), il volante lo si gira davvero anche solo sfiorandolo. Nulla da rimproverare neanche all'impianto frenante, di tipo misto (dischi autoventilanti all'avantreno e tamburi al retrotreno) e assistito da EBD (ripartitore elettronico di frenata tra avantreno e retrotreno) e da un moderno ABS del tipo a quattro canali e quattro sensori: i freni resistono bene allo stress, il pedale rimane sempre ben modulabile e gli spazi di frenata non preoccupano neanche dopo frenate prolungate e ripetute. Insomma, un impianto molto ben bilanciato. Capitolo sospensioni: assolutamente morbide e dal temperamento turistico. Ma è lecito, per chi acquista una citycar a 5 porte e tendente al monovolume, attendersi un assetto piatto? Io non credo. Dunque, nessuna lamentela: tutto sommato, l'assetto di questa Panda asseconda alla perfezione l'indole di grande stradista che è tipica anche di tutto il resto dell'auto, la quale - a dispetto delle sue piccole dimensioni - è una autentica mangiachilometri. In ogni caso, è bene sottolineare come, pur con un rollio piuttosto accentuato, la Panda con ruote da 14" resta sempre sicurissima e perfettamente prevedibile in tutte le sue reazioni. Insomma, è un'auto che non ti tradisce mai e che ti fa sempre capire con largo anticipo quando è arrivato il momento di alzare il piede destro. In estrema sintesi: tenuta di strada molto buona e stabilità che comunque, pur non essendo da record mondiale per via del baricentro alto, non diventa mai critica. Sul piano del confort, è bene ricordarsi che la Panda ha un passo (cioè la distanza tra i due assali) molto corto. Ciò rappresenta senz'altro un grande vantaggio in termini di agilità di inserimento in curva (che infatti la Panda dimostra di avere!), ma certamente non agevola l'assorbimento della asperità stradali. In tutte le auto col passo corto, infatti, non si può pretendere che sconnessioni e deformazioni del manto stradale scorrano via senza che a bordo i passeggeri (soprattutto quelli seduti dietro) se ne accorgano. Ciò nonostante, posso garantire che non ho mai sentito nessuno dei miei passeggeri lamentarsi: alla fine, anche dopo tanti chilometri, non si arriva certo con la schiena a pezzi. Ancora una volta, non si può dire altro: questa Panda è davvero una eccezionale stradista. Se volessimo provare ad individuarla con un aggettivo che ne colga l'anima vera, ci troveremmo di fronte ad un compito assai difficile. Infaticabile? Sì, perché in tutti questi suoi primi 220.000 km non ha richiesto mai nessuna manutenzione straordinaria: solo i periodici tagliandi ordinari e la sostituzione dei componenti soggetti a normale usura. Inarrestabile? Sì, perché - pur avendo due suole ruote motrici - affronta bene qualunque fondo stradale: che sia sterrato, che sia innevato, che sia sconnesso... Questa Panda, anche grazie alla sua leggerezza e alla sua altezza dal suolo, si è dimostrata sempre capace di arrampicarsi quasi dappertutto, sfidando allegramente (senza catene e senza neanche pneumatici invernali) pure l'inverno innevato delle strade d'alta quota dell'Etna e quello altrettanto innevato di passi montani altoatesini come il Passo Sella o il Passo Pordoi. Con la giusta cautela imposta dal buon senso, è un'auto che riesce a cavarti d'impaccio anche quando meno te lo aspetti. E se questa è l'esperienza vissuta con una Panda dotata di due sole ruote motrici, non oso immaginare dove siano in grado di arrivare una Panda 4x4 o una Panda Cross. 

 

Oggi la ricomprerei?

Senza alcun dubbio: la ricomprerei a occhi chiusi. In 220.000 km ho potuto apprezzare la migliore dote di questa piccola auto: l'eccellente equilibrio. Se la Panda 1.3 Multijet 16v fosse un veicolo industriale, apparterrebbe indubbiamente al segmento dei cosiddetti "multiruolo" (i camion che pur essendo nati per la distribuzione regionale, non disdegnano neanche le lunghe percorrenze nazionali e internazionali). Sì, la Panda Multijet è sul serio un'auto multiruolo: pensata soprattutto per rendere più semplice la vita nelle grandi aree urbane e metropolitane, sa farsi valere e rispettare anche quando bisogna mettersi in autostrada e macinare tantissimi chilometri. Ha anche due altre grandi doti. Una la accennavo prima, cioè la robustezza della componentistica esterna e interna e degli assemblaggi: chi oggi sale sulla mia Panda ha la sensazione di trovarsi su un'auto con non più di 20 o 30 mila chilometri. La seconda è la grande affidabilità: come già ho scritto, questa Panda - in tutta la sua vita - è entrata in officina solo in occasione dei tagliandi previsti dal piano di manutenzione periodica della Casa. Ad oggi, al di là della piccola manutenzione ordinaria (olii, filtri, pastiglie freno, ecc.), gli unici pezzi cambiati sono stati i dischi freno anteriori e gli ammortizzatori posteriori a 120.000 km, i tamburi dei freni posteriori e la frizione a 160.000 km, gli ammortizzatori anteriori a 200.000 km. Nient'altro. Sì, la ricomprerei... Ma, in realtà, questa è una affermazione più teorica che pratica, perché la mia Multijet mi ha soddisfatto a tal punto che oggi non riesco proprio a immaginare di darla via per prendere un'altra citycar, fosse anche un'altra Panda della stessa generazione o di quella successiva. La nostra avventura insieme continua e tanti altri viaggi ci aspettano ancora. E' proprio il caso di dire: Panda, se non ci fosse bisognerebbe inventarla!

 

I M M A G I N I   D ' A R C H I V I O   

I M M A G I N I   A T T U A L I   

 

 

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